lunedì 7 aprile 2014

Nuovi esterni: WPC


Al posto del legno da esterni sta prendendo piede un'altra tipologia di materiale: il WPC. Sta per Wood Polymer Composite, cioè un composto di legno e polimeri. Il legno, in realtà, è fibra di legno, che in pochi specificano di che legno si tratti; alcuni propongono le fibre di bambù. E i polimeri....bé è un nome altisonante per dire plastica; plastica nobilitata e trattata per essere utilizzata in esterno, ma sempre plastica è.

Si presenta sotto forma di listoni di diversa lunghezza, larghezza, spessore e colore. Listoni che possono essere “pieni” o cavi. Sono spesso zigrinati in superficie. Ai lati hanno una doppia femmina, ossia la svasatura per potervi applicare le clips di supporto. Questi listoni si agganciano, attraverso le clips, ai magatelli (spesso sono in alluminio) che fanno da supporto e sono appoggiati alla massetto o al pavimento preesistente. Pensiamo ad esempio ad una terrazza ricoperta di piastrelle o ad patio fatto di porfido: sono tutti elementi che possono essere per così dire rivistiti con il nostro WPC.

Bene: perché dovresti prendere il WPC al posto del buon vecchio parquet da esterni? Non considero un discorso sulla bellezza, perché vale sempre la massima del “è bello ciò che piace”. Non considero il discorso prezzo: se fai una ricerca su internet e giri un po’ di rivenditori, scoprirai che si può trovare di tutto: dei 40 euro ai 100 euro. Ma sono materiali diversi, che possono essere chiamati WPC, e questo blog ti darà qualche informazione per scegliere meglio.

Gli importatori di WPC dicono che:

1)      il prodotto non ha bisogno della manutenzione del parquet, nel senso che non deve essere trattato ad olio quasi ogni anno, per rallentare il processo di ingrigimento.
2)      Il prodotto è stabile, non si muove nel tempo senza subire le influenze climatiche    

In un certo senso, ognuna di queste affermazioni è una mezza verità. Nel senso che:
1)       nel tempo si è scoperto che il WPC schiarisce, e schiarisce più e meno velocemente in base alla percentuale di fibra di legno presente. Però è vero: non diventa grigio perché non contiene lignina o la contiene in misura esigua.
2)       Le plance di WPC subiscono delle dilatazioni di allungamento o restringimento, oscillazioni che possono variare sulla base della struttura del WPC: tendenzialmente si sono verificate maggiori oscillazioni nel prodotto “cavo”. Mentre le plance in legno possono ritirarsi per diverse condizioni climatiche, ma anche torcersi, alzarsi e tirare, per così dire, in altre direzioni.

Ma per ogni problematica esiste una soluzione. Sono già in commercio oli e prodotti di manutenzione per il WPC che rallentano le variazioni di colore. Poi, facendo attenzione nella posa, lasciando dei giunti di dilatazione tra una plancia e l’altra, si possono tollerare movimenti dovuti alle variazioni climatiche.

Alcuni posatori hanno confermato un sospetto: il WPC scalda, a volte troppo. Quindi, niente schegge ma una coimentazione non sempre ai massimi livelli.  

domenica 19 gennaio 2014

CONSIGLI PER LA MANUTENZIONE DEL PARQUET



Potranno sembrare i consigli della nonna per farci passare il raffreddore o il mal di testa. Ma alcuni accorgimenti è meglio chiarirli. Anzitutto bisogna distinguere la manutenzione del pavimento verniciato da quella per il pavimento oliato.

Manutenzione dei pavimenti verniciati

-          prevedere all’ingresso della abitazione uno zerbino mantenuto pulito, per allontanare delle suole delle scarpe polvere e particelle abrasive
-          rimuovere quotidianamente la polvere o passare aspirapolvere
-          abitualmente pulire il pavimento con un panno inumidito con acqua e detersivo per pavimenti neutro e non schiumoso
-          trattare il pavimento periodicamente con prodotti protettivi a base di resine in dispersione acquosa autolucidanti o rilucidabili. La cadenza di questo tipo di trattamento varia a seconda di quanto sia usato il pavimento: quando poco usato (ad esempio, camera da letto), può essere semestrale; mediamente usato (salotto, soggiorno, corridoio) mensile; molto usato (ingressi, negozi, uffici) settimanale.

Queste indicazioni valgono strettamente per i pavimenti verniciati in opera. In questi casi, la pulizia ordinaria può essere iniziata solo 7 giorni dalla verniciatura, mentre la manutenzione si può cominciare dopo 2-4 settimane. Particolare attenzione va fatta per le vernici all’acqua.

Dopo anni il pavimento può essere danneggiato, ma nel caso del parquet tradizionale è possibile rinnovarlo completamente mediante alcune procedure: levigatura, stuccatura, carteggiatura e nuova verniciatura. La levigatura deve allontanare tutte le tracce dei trattamenti precedenti, come vecchie vernici, cere o prodotti per la manutenzione contenenti oli di silicone; dopo la stuccatura, si procede come di prassi alla carteggiatura e verniciatura.

Nel caso del pavimento verniciato prefinito, i consigli sono praticamente gli stessi, se non fosse che le vernici industriali possono avere maggior o minore resistenza rispetto a quelli dati manualmente, e che il loro recupero, dopo un buon periodo di anni (15 o 20), difficilmente sarà in grado di riproporre gli effetti iniziali. In certi casi, quando lo strato di legno nobile è esiguo (2.5 mm) non consigliabile una rilevigatura.   

Manutenzione dei pavimenti oliati

Zerbino, rimozione della polvere, utilizzo del panno umido, sono sempre cosa buona e giusta. Tuttavia, devo specificare una nozione importante. Il pavimento oliato deve essere trattato, e sottolineo deve, almeno una volta all’anno con i suoi prodotti di rioliatura.
Perché è fondamentale?
Perché senza l’oliatura il pavimento perde la copertura e la inattaccabilità nei confronti di macchie e graffi. A differenza dei pavimenti verniciati, noi possiamo recuperare i graffi o i segni sul parquet, dal momento che l’olio viene lentamente assorbito dal legno, e non è un pellicola o un film di vernice applicata una volta per tutte sul parquet. Quindi la vernice crea una pellicola, più o meno lucida, che protegge il legno per un periodo di tempo più lungo, ma una volta consumata o tolta dai graffi, deve essere riapplicata interamente. L’oliatura non crea una vera e propria pellicola: è l’olio che satura i pori del legno conferendo resistenza e inassorbenza; ma il completo assorbimento dell’olio fa si che i suoi poteri, in un certo senso, svaniscano, quindi deve essere ridato.