Al
posto del legno da esterni sta prendendo piede un'altra tipologia di materiale:
il WPC.
Sta per Wood Polymer Composite, cioè
un composto di legno e polimeri. Il legno, in realtà, è fibra di legno, che in
pochi specificano di che legno si tratti; alcuni propongono le fibre di bambù. E
i polimeri....bé è un nome altisonante per dire plastica; plastica nobilitata e
trattata per essere utilizzata in esterno, ma sempre plastica è.
Si
presenta sotto forma di listoni di diversa lunghezza, larghezza, spessore e
colore. Listoni che possono essere “pieni” o cavi. Sono spesso zigrinati in
superficie. Ai lati hanno una doppia femmina, ossia la svasatura per potervi
applicare le clips di supporto. Questi listoni si agganciano, attraverso le
clips, ai magatelli (spesso sono in alluminio) che fanno da supporto e sono
appoggiati alla massetto o al pavimento preesistente. Pensiamo ad esempio ad
una terrazza ricoperta di piastrelle o ad patio fatto di porfido: sono tutti
elementi che possono essere per così dire rivistiti con il nostro WPC.
Bene:
perché dovresti prendere il WPC al posto del buon vecchio parquet da esterni?
Non considero un discorso sulla bellezza, perché vale sempre la massima del “è
bello ciò che piace”. Non considero il discorso prezzo: se fai una ricerca su
internet e giri un po’ di rivenditori, scoprirai che si può trovare di tutto:
dei 40 euro ai 100 euro. Ma sono materiali diversi, che possono essere chiamati
WPC, e questo blog ti darà qualche informazione per scegliere meglio.
Gli
importatori di WPC dicono che:
1)
il prodotto non ha bisogno della manutenzione del
parquet, nel senso che non deve essere trattato ad olio quasi ogni anno, per
rallentare il processo di ingrigimento.
2)
Il prodotto è stabile, non si muove nel tempo senza
subire le influenze climatiche
In
un certo senso, ognuna di queste affermazioni è una mezza verità. Nel senso
che:
1)
nel tempo si è scoperto che il WPC schiarisce, e
schiarisce più e meno velocemente in base alla percentuale di fibra di legno
presente. Però è vero: non diventa grigio perché non contiene lignina o la
contiene in misura esigua.
2)
Le plance di WPC subiscono delle dilatazioni di
allungamento o restringimento, oscillazioni che possono variare sulla base
della struttura del WPC: tendenzialmente si sono verificate maggiori
oscillazioni nel prodotto “cavo”. Mentre le plance in legno possono ritirarsi
per diverse condizioni climatiche, ma anche torcersi, alzarsi e tirare, per
così dire, in altre direzioni.
Ma
per ogni problematica esiste una soluzione. Sono già in commercio oli e prodotti
di manutenzione per il WPC che rallentano le variazioni di colore. Poi, facendo
attenzione nella posa, lasciando dei giunti di dilatazione tra una plancia e l’altra,
si possono tollerare movimenti dovuti alle variazioni climatiche.
Alcuni
posatori hanno confermato un sospetto: il WPC scalda, a volte troppo. Quindi, niente
schegge ma una coimentazione non sempre ai massimi livelli.